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Mastoplastica additiva

  • Concetti Generali su Mastoplastica additiva
  • Mastoplastica additiva “ibrida”: integrazione protesi e tessuto adiposo (lipofilling)
  • Visita Preoperatoria
  • Intervento Chirurgico di Mastoplastica additiva
  • Trattamento Postoperatorio
  • Cosa aspettarsi dopo l’intervento di Mastoplastica additiva
  • Possibili Complicazioni
DEGENZA
TIPO ANESTESIA
RITORNO AL SOCIALE
Day Surgery o una notte di degenza
Anestesia generale
1 settimana

CONCETTI GENERALI su Mastoplastica additiva

E’ l’intervento che consente di ottenere l’aumento di volume del seno grazie al posizionamento di protesi mammarie. E’ indicato qualora il volume sia inadeguato rispetto al fisico della paziente, quando si sia verificata una riduzione ed uno svuotamento del seno dopo una gravidanza, quando esiste un’asimmetria fra i due seni, quando è necessario ricostruire un seno dopo un intervento demolitivo
Le protesi sono costituite da un involucro esterno di silicone e da un contenuto interno in gel di silicone od in soluzione fisiologica. Queste diverse caratteristiche associate ad una forma, proiezione e volume differenti determinano la presenza di molte protesi diverse idonee alle varie situazioni cliniche. Esistono protesi di forma rotonda e protesi di forma anatomica “a goccia” di diametri e proiezioni differenti e la scelta dipende dalla condizione anatomica di base e dai desideri della donna. La grande varietà nella scelta ha ovviamente molti vantaggi che devono essere sfruttati al meglio dal chirurgo esperto al fine di scegliere la protesi più adeguata nel singolo caso;ed è bene sottolineare che non esiste la “protesi migliore” in senso assoluto. E’ necessario ricordare che le protesi non sono pericolose, non causano tumori, non aumentano l’incidenza di tumori e consentono i normali controlli preventivi delle patologie mammarie. In caso contrario, non sarebbero regolarmente usate per interventi chirurgici correttivi o ricostruttivi. Per quanto concerne la durata delle protesi non è detto che una protesi sia “eterna” anche se certamente ha una durata di molti anni; recentemente inoltre alcune ditte produttrici hanno introdotto una garanzia a vita per le protesi con possibilità di sostituirle gratuitamente in caso di rottura. La ricerca tecnologica è fondamentale in questo settore con investimenti economici molto significativi ed è importante tener presente che le più importanti aziende per poter vendere i prodotti in tutto il mondo devono superare prove e test rigorosi e rispettare standard qualitativi molti alti: tutto ciò deve indurre le donne ad una scelta serena e consapevole.
In caso di mammelle non solo piccole ma anche cadenti con eccesso cutaneo significativo, può essere opportuno associare all’inserimento della protesi anche un rimodellamento cutaneo ed un sollevamento del complesso areola-capezzolo (mastopessi).

MASTOPLASTICA ADDITIVA “IBRIDA”: integrazione protesi e tessuto adiposo (lipofilling)

Se per ottenere un aumento significativo del volume mammario, è, ancora oggi, opportuno utilizzare le protesi, è da segnalare la recente possibilità, derivante dalle esperienze maturate, di associare il trasferimento di tessuto adiposo (lipofilling) all’impiego degli impianti, consentendo in casi selezionati di ottenere risultati molto più brillanti. Il lipofilling è molto utile per allungare ed arrotondare un polo inferiore retratto, riempire i quadranti laterali e, soprattutto, quelli superiori che possono essere assottigliati, al fine di rendere meno evidente la protesi.
Il lipofilling può essere, pertanto, molto utile per rimodellare la mammella e consentire un migliore alloggiamento della protesi, oppure per rendere meno visibile la protesi nelle zone dove i tessuti sottocutanei sono più sottili (quadranti laterali e superiori).  Utilizzato in questo modo, il lipofilling non ha funzioni “riempitive” ovvero di aumento in senso stretto, ma piuttosto migliorative sulla qualità del risultato.
Se, invece, viene prelevata una maggior quantità di tessuto adiposo, sempre che sia disponibile, è possibile anche ottenere un aumento parziale con il lipofilling e, di conseguenza, impiegare impianti protesici di volumi inferiori. E’ questa la vera mastoplastica additiva “ibrida”.
A seconda dei casi e delle indicazioni, il lipofilling può essere realizzato nel corso della mastoplastica additiva con protesi nel medesimo intervento, con allungamento dei tempi operatori, oppure preliminarmente in caso di difetti più importanti o qualora venga utilizzato a scopo riempitivo e di aumento volumetrico.
Associare all’inserimento di protesi il trapianto di tessuto adiposo (lipofilling) comporta non solo un allungamento dei tempi operatori, ma anche un possibile aumento dei rischi di infezione. L’indicazione deve essere pertanto valutata nei singoli casi, ma è indubbio che questa associazione di tecniche rappresenta un’ulteriore possibilità a disposizione del chirurgo plastico.

VISITA PREOPERATORIA

L’esame clinico della paziente, le richieste e le aspettative della paziente
La visita preoperatoria è fondamentale non solo per un esame clinico della paziente, ma anche per una valutazione delle richieste e delle aspettative. Ciò consente di scegliere di conseguenza la modalità di intervento più opportuna e le protesi più adeguate per raggiungere il miglior risultato nel singolo caso.
Si prescrivono gli esami preoperatori di routine e un’ecografia delle mammelle o una mammografia se non sono state effettuate di recente.

INTERVENTO CHIRURGICO di Mastoplastica additiva

Viene realizzato in anestesia generale.
L’incisione può essere posta a livello del solco sottomammario o della regione periareolare inferiore o superiore o, infine della regione ascellare. La scelta dipende dalla situazione anatomica, dalla sede di inserimento della protesi, dal tipo di protesi nonché dalle preferenze del chirurgo.
La protesi può essere alloggiata in posizione retroghiandolare subito sopra al muscolo pettorale o profondamente al muscolo stesso. Negli ultimi tempi, è stata sottolineata l’opportunità d’inserire le protesi in un doppio piano secondo la tecnica cosiddetta “dual plane”, liberando la ghiandola dal muscolo sottostante al fine di far risalire in parte l’areola e la ghiandola stessa ed inoltre di espandere meglio i quadranti inferiori del seno. In tal modo la protesi viene alloggiata nella metà superiore sotto al muscolo mentre nella metà inferiore si trova al di sotto della sola ghiandola. La scelta della sede d’inserimento della protesi e la tecnica specifica adottata dipendono dal singolo caso.
Non sempre vengono inseriti dei drenaggi aspirativi che comunque vengono rimossi dopo 24-48 ore.

TRATTAMENTO POSTOPERATORIO

L’intervento può essere realizzato in regime di day-surgery oppure con un ricovero di 24 ore.
Può essere presente dolore nei primi giorni postoperatori che viene comunque ben controllato dagli abituali farmaci analgesici; il dolore è generalmente di maggiore entità qualora la protesi venga inserita in sede retromuscolare.
Generalmente non ci sono punti cutanei da rimuovere ed un reggiseno contentivo deve essere indossato per un mese.

COSA ASPETTARSI DOPO L’INTERVENTO di Mastoplastica additiva

Una normale attività può essere ripresa dopo pochi giorni, mentre l’attività fisico-sportiva intensa deve essere sospesa per circa un mese.
Inizialmente è presente un certo edema della regione con rigonfiamento delle mammelle che tende a scomparire dopo circa un mese.
La doccia è consentita dopo circa una settimana.
Non è opportuno esporre al sole le cicatrici per circa sei mesi se non utilizzando creme a filtro totale.

POSSIBILI COMPLICANZE

Oltre alle eventuali complicanze relative a tutti gli interventi chirurgici, è necessario ricordare che le protesi rappresentano un corpo estraneo introdotto nell’organismo e ad esse il corpo reagisce con reazioni fibrotiche “normali” che consentono comunque di mantenere nella sede opportuna la protesi stessa. A volte, tuttavia, tale reazione diviene eccessiva e la protesi si viene a trovare “costretta” con conseguente aspetto estetico insoddisfacente accompagnato eventualmente anche da dolore (contrattura capsulare). In tali eventualità, in alcuni casi, sono sufficienti dei massaggi, mentre, nei casi più gravi, è necessario provvedere ad un allargamento della tasca con un intervento di capsulotomia e capsulectomia. Altra rara complicanza specifica dell’intervento è dovuta ad uno spostamento o ad una malposizione delle protesi con conseguente risultato non ottimale o a volte insoddisfacente.
In ogni caso è necessario conoscere i rischi senza tuttavia sopravalutarli, avendo coscienza che qualsiasi intervento chirurgico può comportare alcuni inconvenienti.
Un chirurgo plastico competente ed esperto è in grado di ridurre al minimo i rischi e le complicanze e di gestire al meglio gli eventuali problemi.

IN SINTESI

L’inserimento di protesi di forma e dimensioni adeguate al fisico ed ai desideri della donna consente di ottenere un seno naturale e proporzionato. I risultati sono stabili, anche se gravidanze ed il naturale invecchiamento della regione mammaria possono modificare l’aspetto del seno a distanza di anni. Le protesi, pur garantite e di qualità, possono deteriorarsi col tempo e giustificarne la sostituzione.